Le parole, le immagini, i suoni che Adriana Pedicini amabilmente declina nel suo più recente libro, Sazia di luce, contengono tutta la delicata bellezza della natura. Tutta quella di cui la poetessa è capace. Quella che i suoi occhi sono in grado di cogliere e la sua sensibilità è capace di donare. Tutta la bellezza, in definitiva, che l’anima di Adriana Pedicini — profondamente e sinceramente poetica — non è più in grado di contenere e che trabocca per singolare sovrabbondanza, di essere e di ispirazione. Non c’è però poesia che possa prescindere dalla realtà; non c’è ispirazione che possa fare a meno dell’esperienza, e quella di Adriana Pedicini non fa eccezione. Emergono perciò dai suoi versi “cerbiatte” e “rami di mirto”; “lacrime e viaggi”; “piccole città pettogole”. Si sentono voci colte nel loro lento, emblematico approssimarsi, ma soprattutto e al di là di ogni cosa c’è il silenzio, che tutto rende possibile.
Alla sorgente dell’ispirazione poetica di Adriana Pedicini c’è proprio quel silenzio che tutto crea, e ogni cosa trasfigura. Condizione di pensabilità e condizione di esistenza del dire creativo, il silenzio è la luminosa sorgente dell’esperienza poetica cui Adriana Pedicini attinge con pienezza, saziandosene. Da questa specialissima sede la poetessa di Benevento trae sempre nuova e più feconda luce che quindi viene trasfusa nella natura, allo scopo di innalzare il proprio spirito e quello dei suoi lettori alle esigenti altezze della poesia.
Massimiliano Magnano
“Sazia di luce”
Adriana Pedicini
Edizioni Il Foglio
Piombino (LI) 2013
pp. 84 – € 10,00